Il Politecnico di Milano ha organizzato, nelle giornate del 21 e 22 Maggio, il convegno “Tendenze e innovazioni nella gestione dei rifiuti” presso la sede territoriale POLIMI di Piacenza.
L’evento è stato un’occasione di aggiornamento e confronto tra mondo universitario, Istituzioni e Aziende che effettuano ricerche e operano nel campo della prevenzione e gestione dei rifiuti. Vi hanno preso parte studiosi e ricercatori italiani ed europei oltre che gestori di impianti, fra cui esponenti di Iren e TRM che hanno relazionato sui termovalorizzatori di Parma e Torino, entrati in esercizio commerciale nel 2014 e che rappresentano, insieme a quello di Bolzano, gli ultimi impianti realizzati nel nostro Paese.
Entrambe le strutture, previste dalla pianificazione territoriale per la gestione dei rifiuti urbani, sono autorizzate a smaltire sia rifiuti urbani che rifiuti speciali. Le quantità di rifiuti previste dalla pianificazione territoriale ed autorizzate sono 130.000 t/a per l’impianto di Parma e 421.000 t/a per quello di Torino.
Attualmente sono in itinere le istruttorie attivate in base all’art 35 della L. 164/2014 che prevedono anche la loro qualificazione come impianti per il recupero energetico (attività R1), e quindi il rilascio dell’autorizzazione in base al carico termico nominale dei generatori di vapore, che ammonta complessivamente a circa 70 MW per l’impianto di Parma e circa 195 MW per quello di Torino.
Le soluzioni tecniche adottate a Parma ed al Gerbido rientrano fra quelle previste dalle Best Available Tecniques (BAT), ovvero le migliori tecnologie disponibili a livello europeo.
Il termovalorizzatore di Parma produce già calore per la rete di teleriscaldamento urbano della città, mentre per l’impianto di Torino il collegamento alla rete di teleriscaldamento sarà operativo entro due anni.
Dalle valutazioni che si possono ottenere anche dopo un solo anno di esercizio commerciale, si conferma che l’adozione delle tecnologie attuali garantisce garantiscono prestazioni ambientali estremamente positive, confortate anche dalle prime valutazioni sulla qualità dell’aria dei territori circostanti, per nulla variate rispetto ai valori rilevati dai monitoraggi eseguiti in epoca antecedente la loro entrata in esercizio.
Gli impianti forniscono inoltre un valido contributo dal punto di vista energetico, soprattutto se inseriti in un contesto che possa consentirne un funzionamento di tipo cogenerativo producendo energia elettrica e calore per i contesti territoriali in cui operano. In tal modo si evita l’utilizzo di fonti energetiche primarie (metano, petrolio, carbone) e si riutilizza sotto forma di recupero termico la cospicua potenzialità energetica contenuta nei rifiuti non utilmente riciclabili che sarebbero altrimenti destinati allo smaltimento.